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LA CHIESA

La Chiesa Santa Maria In Nativitate detta anche “a Ugolino”, perché fondata nel XII secolo da Ugo di Pogna, un nobile proprietario del castello di Torre a Quona, per sciogliere il voto.

Secondo il Raspini la chiesa di S. Maria a Sant’Ellero è antichissima. Era annessa al monastero delle monache benedettine di S. Ilario in Alfiano detto poi a Sant’Ellero. Se ne ha memoria nel 1260. Nel basso medioevo il sito del monastero era denominato Monte Acuto. Vi si trovavano la chiesa di S. Maria e la chiesa di S. Bartolo del castello di S. Ilario, come risulta dalla Decima del 1301 nella quale è nominata l’ecclesia S. Bartoli de castro S. Ylari. Nella Decima dell’anno successivo la chiesa è detta de S. Ellero. Il monastero di S. Ilario in Alfiano esisteva già nel X secolo; il suo patrimonio comprendeva quasi tutta la montagna di Vallombrosa.

Una parte di questa fu donata il 3 luglio 1039, dalla badessa Itta di S. Ilario, a Giovanni Gualberto fondatore della congregazione religiosa di Vallombrosa. Il monastero aveva il giuspatronato sopra le chiese di Santa Maria e San Bartolo e sopra i castelli di Sant’Ellero e Remole confermati alle monache da vari privilegi pontifici: tra questi uno di Lucio III del 29 dicembre 1181 ed uno di Gregorio IX del 28 giugno 1228; inoltre da un Diploma di Arrigo VI del 26 febbraio 1191. Dopo la metà del XIII secolo il monastero fu riunito alla Badia di Vallombrosa: ciò fu cagione di lunga opposizione da parte delle monache nonostante che lo stesso pontefice, Alessandro IV, intervenisse con due lettere del 9 e del 13 dicembre 1255 perché si trasferissero nel monastero di S. Pancrazio a Firenze.

L’effettivo trasferimento ebbe luogo dopo la stipula di un istrumento (atto notarile) redatto nell’Abbazia Vecchia di S. Ilario il 31 gennaio 1269. Alle monache fu concesso un vitalizio da Vallombrosa e consentito l’uso del monastero. Il trasferimento a San Pancrazio avvenne dopo la distruzione del castello di S. Ellero nel 1267. Da questo momento il castello fu convertito, da Vallombrosa, in ospizio; l’abate conservò il patronato di Santa Maria, ed il diritto all’elezione del curato pro-tempore, fino alla soppressione francese del 1808.
Il 12 agosto 1793 fu concessa da Pio VI l’indulgenza per la Natività di Maria.

Storia della Chiesa

Serva di Dio Nella Pratesi

A Faella, il paese dove Nella Pratesi visse per molti anni fino al giorno della sua morte, è iniziata la raccolta di firme per avviare il processo di canonizzazione e glorificazione della donna che ricevette le stigmate.

Questa è la storia di Nella.
Nella Pratesi è nata il 26 Dicembre 1907 in località Petrognano di Pomino non lontano da Rufina. Dopo qualche anno si trasferì a Faella dove visse fino al giorno della sua morte, il 23 Marzo del 1958. Ma la sua non fu una morte “normale” il suo corpo anziché decomporsi e imputridire, prese l’aspetto non di un corpo rigido e freddo, ma di colorito rosso ed emanò per molte ore, 71, un intenso profumo di rose. Questo l’epilogo del lungo calvario della donna - Nella trascorse tutta la vita ammalata e tra atroci dolori - che ricevette le stigmate.
Nella Pratesi ha avuto da Gesù molti “segni” particolari che attestano la scelta fatta da Dio su quest’anima chiamata ad offrire tutta la sua vita, specie il dolore del suo povero corpo, per espiare i peccati del mondo rivivendo le sofferenze di Gesù Cristo. I segni più grandi sono state appunto le stigmate che la donna aveva nei polsi e nel costato e nei piedi, corona di spine, segni della flagellazione e che gli provocavano forti dolori, oltre quelli che già aveva provocati dall’asma e dai reni. Ma in seguito Nella ha avuto altri segni diretti: la presenza della Madonna, di Gesù, di Santi, di Anime Purganti. È stato un crescendo di “presenze vive” spirituali che la consolavano e la sostenevano in questo suo camminare verso il Calvario portando non solo la sua Croce, ma quella di moltissime persone. “Sembra una vita incredibile” scrisse nel diario personale Don Aldo Romoli guida spirituale e confessore di Nella Pratesi “ma certo da oggi non posso avere il minimo dubbio per quanto si rivela in lei. Per puro caso ho veduto dei segni sui suoi polsi che hanno destato una certa apprensione… Mi ha messo a conoscenza di quanto segue: per tre volte in quattro anni (15/9/1950, 1° venerdì del marzo 1951, primi mesi del ’53) si è veduta dinnanzi una Croce. Prima in lontananza una Croce rozza di colore scuro; una seconda volta più grande e più vicina, di colore più chiaro. Ieri (30/10/1953) se l’è vendita ai piedi del letto, grande luminosissima e finemente lavorata. Nello stesso tempo in cui si è presentata i suoi soldi e il costato sono stati raggiunti quasi come raggi luminosissimi e vi è entrato uno spasimo quasi insopportabile. Nello stesso tempo sono apparse delle cicatrici che hanno stillato gocce di sangue. Il fenomeno della fuoriuscita di sangue è quasi il risultato di un acutizzarsi di un processo infiammatorio che in alcuni giorni della settimana (martedì e venerdì) si ripete da quasi 4 anni. In queso modo ne detti giorni l’hanno assalita dolori acutissimi ai polsi e al costato e ai piedi preceduti prima da degli arrossamenti sempre più intensi e poi da lividi di colore paonazzo che venivano verso le ore 13 di detti giorni e che sparivano po verso sera dopo aver raggiunto il culmine di vista e intensità verso le 15 fino alle 15.30. Tali fatti erano uniti a gonfiore e dolori come di tessuti lacerati. Tali fatti li aveva custoditi sempre gelosamente e sono il il primo a conoscerli. Mentre nelle mani rimangono croste sanguinanti e dure, al costato sparisce ogni crosta e rimane il taglio con la pelle completamente liscia”.
Da diario di Don Aldo Romoli, Novembre 1953.
“Tutto come le altre volte. Si aggiunge però un nuovo fenomeno: durante la notte ode delle voci che la chiamano con voce flebile e lamentosa. Quando ha pregato per anime del Purgatorio tutto sparisce”.

(Su tutto ciò che viene scritto o riferito sarà valutato e giudicato solo ed esclusivamente dalla competente autorità ecclesiastica)

Nella Pratesi
SULLA CHIESA

La Chiesa di Santa Maria a Sant'Ellero ha origini antiche. Fondata nel XII Secolo da Ugo di Pogna è stata conosciuta nel Medioevo come Monte Acuto.

INDIRIZZO

SP88 di Sant'Ellero

50060 Sant'Ellero (FI)

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PFQF+3W Sant'Ellero, Reggello FI

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